L’INAF, scoperta sorprendente. Canali magnetici in una galassia lontana da noi
Insolite strutture che emettono onde radio e un probabile collegamento dei campi magnetici tra i due lobi della remota radio-galassia ESO 137-006. Sono questi i sorprendenti risultati dello studio condotto da un team internazionale di astronomi, guidati da Mpati Ramatsoku, pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics.
Il lavoro è stato realizzato grazie alle osservazioni effettuate con il radiotelescopio sudafricano MeerKAT, precursore dello Square Kilometre Array (SKA).
ESO 137-006 è una galassia con una intensa emissione in onde radio, una “radiogalassia”. É situata nell’Ammasso del Regolo nel cielo australe, a una distanza di quasi 250 milioni di anni luce da noi.
Gli astronomi oggi possono osservare questi sistemi grazie al radiotelescopio sudafricano MeerKAT, si tratta di una rete di 64 antenne paraboliche situate nella regione del deserto del Karoo. MeerKAT è riuscito a rilevare caratteristiche completamente nuove in ESO-137-006.
La nuova scoperta
Questa scoperta sta fornendo agli astronomi un nuovo punto di vista sulle caratteristiche delle radiogalassie. «Siamo rimasti sorpresi nell’osservare questi filamenti così collimati: si tratta di un fenomeno totalmente nuovo rispetto a quanto già conoscevamo di questa classe di AGN», dice Matteo Murgia, ricercatore dell’INAF di Cagliari e co-autore dello studio. «Comprendere le proprietà di questi sorprendenti filamenti rappresenta una vera sfida. La loro emissione è probabilmente radiazione di sincrotrone, dove le onde radio sono prodotte da elettroni ad alta energia che si muovono a spirale in un campo magnetico. Questi filamenti mostrano quindi che i potenti lobi radio prodotti da questi buchi neri supermassivi, potrebbero essere magneticamente connessi e che particelle ultra-energetiche potrebbero fluire attraverso questi canali magnetici. Tuttavia, al momento non abbiamo idea del perché e quando questi canali si siano formati, né del perché siano così collimati e uniformi», conclude Murgia.
Questa inattesa scoperta porterà ad una collaborazione tra astronomi dell’INAF, della Rhodes University e del South African Radio Astronomy Observatory (SARAO).
Comprendere le proprietà di questi filamenti di sincrotrone collimati potrebbe aprire un nuovo caso scientifico per la prossima generazione di radiointerferometri sensibili.

