Viviana Sirigu e la sua impresa tramandata da nonna e trisnonna
Un panificio modello, un antichissimo pane e un museo di tecnologia rurale di un tempo.
L’idea di dar vita a “Kentos” il pane dei centenari prodotto a Orroli, è frutto di una genialità tutta femminile.
Quella della titolare Viviana Sirigu, 56 anni, con la sua produzione di grano macinato a pietra, fermentazione lenta con lievito madre trasmesso da sua trisnonna, tutto bio.
Viviana ha recuperato una tecnologia sviluppata e trasmessa da generazioni dalle donne della sua famiglia.
L’ha tradotta in una valida impresa, nata grazie a un bando regionale nel 2008 e che ha reso possibile trovare questa prelibatezza anche nella grande distribuzione.
Un pane come una volta che rimane buono per una settimana e permette a chi lavora di poter riposare nel fine settimana.
Per l’8 marzo vengono donate alle clienti le mimose, ma si trovano anche coroncine di pane a forma di cuore con palline impastate con acqua e zafferano a richiamare il fiore della giornata.
“Mi piacerebbe che l’8 marzo fosse la giornata della solidarietà, del rispetto per le persone e la terra“, dice all’ANSA Viviana.
Fin da bambina, lei ha conosciuto le fatiche del lavoro: sveglia all’alba per fare il pane, in piedi su una sedia, per aiutare sua madre o sua nonna, poi in campagna con il padre a raccogliere la legna o le pietre in vigna.
Ritorno alla terra
Ha scelto di studiare e a 19 anni ha vinto un concorso come contabile. “Dietro la scrivania il richiamo alla terra è stato più forte. Come un destino, un’energia che ti trascina in una direzione“, confessa.
La sua è la storia di una pioniera coraggiosa e creativa. Ha indicato contro il parere di molti una via per recuperare saperi solidi, tenere in conto il paesaggio e creare economia sostenibile.
Il suo ruolo alla guida dell’impresa non è mai stato messo in discussione. “Con le lavoratrici e i lavoratori c’è armonia di intenti. In azienda la parità è quotidianità. L’8 marzo qui è tutti i giorni“, dice soddisfatta.
Per la giornata internazionale della donna Viviana rivolge un appello a ragazze e ragazzi perché recuperino il loro rapporto, anche lavorativo, con la campagna. “Se non torniamo alla terra il mondo si ferma. Le idee non mancano ma abbiamo bisogno di metterle a frutto. E il contributo delle donne è determinante e innovativo“.