Marzouk Mejri dei Fanfara Station si racconta ai microfoni di Unica Radio in occasione del Premio Parodi 2019
Il gruppo “Fanfara Station” di cui Marzouk Mejri è uno dei rappresentanti, è stato tra i finalisti della XII edizione del Premio Andrea Parodi – svoltosi a Cagliari presso l’Auditorium del Conservatorio di musica Pierluigi da Palestrina dal 10 al 12 ottobre -. Noi di Unica Radio lo abbiamo intervistato in occasione della seconda giornata di festival.
Marzouk Mejri, ai nostri microfoni, è solo uno dei tre membri del gruppo: cantante, autore dei testi e polistrumentista, racconta come è nata la collaborazione con gli altri componenti della band. Tre musicisti provenienti da Tunisia, Italia, U.S.A. e due loop station utilizzate per sovraincidere le tracce e manipolare i suoni acustici ed elettronici. Sono infatti tantissimi gli strumenti che si uniscono alla voce di Marzouk: le percussioni scascika, tar, bendir, darbuka e tabla si intrecciano con la tromba, il trombone e il clarinetto e i tre fiati tunisini: nay, mizued e ocra.
«La world music è musica del mondo, senza frontiere, senza limiti. È un dialogo, è un parlare. Con la musica ci si capisce anche se ognuno porta il suo linguaggio», ci racconta Marzouk. Per i Fanfara Station quella del Premio Parodi è una bella novità, «è una famiglia!», dice Marzouk.
In gara con “Rahil” che affianca al cantato tunisino una base di darabouka, fiati ed elettronica, sovrapposti a un loop dal vivo. Un brano molto apprezzato che gli varrà la vittoria del Premio Parodi 2019 nonché la menzione “miglior arrangiamento” e porteranno a casa anche il Premio della Critica.
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