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foto dipinto

Non chiamatemi artista, né poeta: convegno dedicato all’artista Mario Cesare

I lavori si apriranno domani alle 9,30 presso la sala Convegni del Villaggio Turistico “Is Perdas” a Gergei, e saranno coordinati dalla docente di Storia dell’Arte contemporanea Rita Pamela Ladogana

“Non chiamatemi artista, né poeta”: sabato 14 settembre a Gergei il Convegno di studi dedicato all’artista Mario Cesare, ancora poco conosciuto dal grande pubblico, che ha raccontato la Sardegna attraverso la pittura, la scultura, la poesia.

Mario Cesare (La Mure, Grenoble 1925 – Gergei 2012) ha raccontato la vita e i paesaggi dell’isola- e in particolare del Sarcidano- a partire dagli anni Settanta, attraverso una intensa attività di pittura, scultura e poesia. Una ricca produzione che è anche testimonianza della cultura materiale del territorio, delle tradizioni e dello sguardo particolare di chi le vive con pienezza.

L’associazione a lui intitolata organizza per domani, sabato 14 settembre 2019, una giornata dedicata al Convegno di studi “Mario Cesare. Non chiamatemi artista, né poeta”. I lavori si apriranno alle ore 9,30 presso la sala Convegni del Villaggio Turistico “Is Perdas” a Gergei, e saranno coordinati dalla docente di Storia dell’Arte contemporanea Rita Pamela Ladogana.

Seguirà l’intervento della storica dell’arte e archivista Michela Buttu, con un immediato focus sul particolare talento espressivo dell’artista, che durante la sua vita sperimentò diverse modalità creative senza mai lasciare il paese. Buttu è anche curatrice della mostra antologica che si è tenuta nel 2018, della quale è disponibile il catalogo.

Elisabetta Gola, docente all’Università di Cagliari di Teoria dei linguaggi e della comunicazione, racconterà invece dell’intreccio possibile tra le opere di un artista e la promozione del territorio: un legame fecondo di idee e di risultati, grazie anche alla ricchezza di tradizioni della Sardegna. Infine, l’intervento del docente di letteratura italiana e Letteratura sarda ed esperto di Grazia Deledda Duilio Caocci, e la sua analisi della scrittura di Mario Cesare, che fu anche poeta di valore. Al termine del convegno sarà possibile pranzare presso “Is Perdas”, previa prenotazione al numero 3207919276.

Il giorno successivo al convegno, il 15 settembre, scadranno anche le iscrizioni al primo Concorso di pittura per l’attribuzione del Premio MARIO CESARE con l’obiettivo di valorizzare la produzione artistica contemporanea in Sardegna, promuovendo la realizzazione di opere pittoriche che rendano omaggio alla memoria dell’apprezzato pittore, la cui famiglia era nativa del piccolo centro nell’area storica del Sarcidano (Sardegna). Gli artisti saranno chiamati, ognuno con la propria poetica e linea di espressione, ad interpretare temi caratteristici del territorio di Gergei, relativamente a differenti aspetti: il paesaggio naturale, il centro abitato, gli usi, i mestieri, le tradizioni, le forme simboliche della civiltà sarda. Una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto che coinvolgerà il paese e gli artisti per l’intera giornata del 29 settembre, con la possibilità di esplorare il paese, le campagne, la quotidianità degli abitanti e riprodurli ognuno secondo la propria sensibilità artistica. I partecipanti avranno infatti tutta la giornata per dipingere, mentre la premiazione si svolgerà dopo le ore 18, con un montepremi totale di 3500 euro.

Mario Cesare – la vita e le opere
La personalità e la vita di questo artista ancora poco conosciuto sono stati determinanti per il suo percorso artistico e la vocazione a raccontare il territorio a cui era legatissimo attraverso i quadri, le incisioni e le sculture. Nato nel novembre 1925 a La Mure (Grenoble), città nella quale l’anno prima i genitori, Giorgio Cesare e Assunta Coppo, insieme con il figlio primogenito Antonio, si erano trasferiti dalla Sardegna, Mario Cesare giunse in Sardegna all’età di nove anni, nel 1934. La famiglia si stabilì a Gergei (Sud Sardegna), paese natio del padre, dal quale lo stesso Mario non volle mai allontanarsi. Il rientro nell’Isola fu caratterizzato dal passaggio repentino a una condizione di povertà da una vita che fino ad allora era stata confortevole e agiata, e questo ebbe probabilmente un peso notevole nella formazione del carattere dell’artista, uomo schivo e poco incline alla mondanità, tanto da aver esposto raramente le sue opere. 

 Sono soprattutto le cinque raccolte, intitolate Poesie e Disegni di Mario Cesare, a fornire il materiale necessario a svelare nel dettaglio il suo universo di idee e di ricordi. Al mestiere di imbianchino e di potatore si alternò, con maggiore frequenza, quello di pittore, che divenne un’attività continuativa a partire dai primi anni Settanta. Se si eccettuano le prime prove, ancora troppo acerbe sotto il profilo tecnico-espressivo, la sua produzione durò poco più di un quindicennio: iniziata negli ultimi anni Sessanta si concluse nel 1985.
Paesaggi e strade campestri, uomini e donne al lavoro nei campi di grano, pastori raffigurati di spalle mentre guidano le greggi di pecore e vanno incontro allo spettacolo di una natura incontaminata, cestai, ciabattini, massaie impegnate nelle faccende domestiche, bambini al ritorno da scuola, le comari intente a scambiarsi pettegolezzi nelle strette vie del paese sono le tematiche maggiormente frequentate da Mario Cesare,che si è spento a Gergei il 20 marzo 2012, all’età di 87 anni. Del tutto assente, nella sua produzione, è anche solo un accenno al folklore locale. Dai suoi dipinti emerge, piuttosto, la volontà di documentare la vita quotidiana, passata e presente, della propria comunità mediante un uso singolarmente espressivo del colore, che ricorda la visione del mondo propria dell’Espressionismo.

 

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