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Leoni d’oro in Sardegna con Antonio Rezza e Flavia Mastrella

Ritornano, per il 4° anno consecutivo, con una tournée nell’isola, Antonio Rezza e Flavia Mastrella un combinato artistico inimitabile nel panorama teatrale italiano. Lui è un performer-autore, lei un’artista-autrice. Insieme sono il duo più spiazzante e provocatorio del teatro contemporaneo.

I due artisti Antonio Rezza e Flavia Mastrella hanno recentemente ricevuto il Premio Leone d’oro alla carriera per il Teatro 2018 alla Biennale di Venezia,porteranno in scena 2 performance “cult” del loro repertorio: PITECUS (1995) una sarcastica rappresentazione della società che continua a essere corrosivo e esilarante, nella geniale riproposizione dei tic e della miseria umana dei nostri tempi. 7 14 21 28 (2009) un piccolo capolavoro sullo smarrimento esistenziale e l’appiattimento del contenuto. Un delirio cabalistico ben organizzato, in cui si affronta il tema dell’essere umano e la fatica di vivere.

I due spettacoli circuiteranno in 4 città sarde (Cagliari, Nuoro, Sassari e Alghero). Pitecus andrà in scena al Teatro Massimo di Cagliari il 22/23 ottobre e al Teatro Civico di Alghero (in collaborazione con Spazio T, nell’ambito del Mamatita Festival) il 27/28 ottobre.
7 14 21 28 andrà in scena al TEN Teatro Eliseo Nuoro il 25 ottobre e al Teatro Verdi di Sassari (in collaborazione con Meridiano zero nell’ambito del Festival Marosi di Mutezza) il 26 ottobre.

LEONI D’ORO IN SARDEGNA

Cagliari Teatro Massimo – 22/23 Ottobre
Alghero Teatro Civico – 27/28 Ottobre
PITECUS
di Antonio Rezza Flavia Mastrella
con Antonio Rezza
quadri di scena Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
assistente alla creazione Massimo Camilli
consulente tecnico Mattia Vigo disegno luci Maria Pastore

E’ uno spettacolo che analizza il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un’identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali.
PITECUS racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio.
I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell’anonimato ma, grazie al loro narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche.

Nuoro Teatro Eliseo – 25 Ottobre
Sassari Teatro Verdi – 26 ottobre


7 14 21 28
Di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
c on Antonio Rezza
e c on Ivan Bellavista
(m a i ) scritto da Antonio Rezza
un H a b i t a t d i Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli
disegno luci Maria Pastore
consulente tecnico Mattia Vigo
organizzazione Stefania Saltarelli
una produzione RezzaMastrella – Fondazione Teatro Piemonte Europa – TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello

Civiltà numeriche a confronto. La sconfitta definitiva del significato.  Malesseri in doppia cifra che si moltiplicano fino  a trasalire: siamo a pochi salti di distanza dalla sottrazione che ci fa sparire. Oscillazioni e tentennamenti in ideogramma mobile. Improvvisamente cessa il legame con il passato: corde, reti e lacci tengono in piedi la situazione. Si gioca alla vita in un ideogramma. Il tratto, tradotto in tre dimensioni, sviluppa volumi triangolari diretti verso l’alto che coesistono con linee orizzontali: ma in verticale si muove solo l’uomo. Qui non si racconta la storiella della buona notte, qui si porge l’altro fianco. Che non è la guancia di chi ha la faccia come il culo sotto. Il fianco non significa se non è trafitto. Con la gola secca e il corpo in avaria si emette un altro suono. Fine delle parole. Inizio della danza macabra.

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