“Ovviamente i numeri reali di questo fenomeno sono molto maggiori – continua Mameli – perché sono ormai tantissime le attività di produzione, ristorazione e somministrazione presenti “on the road” ”.
“In ogni caso siamo molto contenti della crescita di questo nuovo settore dell’alimentazione – prosegue il Segretario – perché è sinonimo di opportunità sia per le imprese tradizionali che innovano e diversificano, sia per le nuove realtà che propongono innovativi stili gastronomici”. “Lo street food è una realtà viva e creativa – sottolinea – fatta di cuochi, fornai, pizzaioli e rosticcieri, di imprenditori giovani e meno giovani ma tutti accomunati dall’orgoglio di conservare tradizioni familiari o di proporre nuovi sapori. Insomma, è l’artigianato che esprime i valori più veri e autentici della nostra e di altre culture”.
I dati raccontano anche di 38 attività gestite da under 35 nel 2018 (24,4% sul totale delle imprese) e di 4 imprese gestite da stranieri (2,6%). Tra le province, 56 sono registrate a Cagliari, 48 a Sassari, 15 a Nuoro e 14 a Oristano.
Il cibo di strada, oltre ad essere un elemento basilare della storia regionale dell’arte culinaria, è anche un elemento che, più di altre realtà consumate “al piatto”, permette letteralmente di “gustare il territorio”, osservarlo e goderselo mangiando un prodotto che ne è l’espressione socioculturale.
Secondo Confartigianato Sardegna “per il settore della ristorazione ambulante e itinerante è necessaria una maggiore semplificazione delle procedure di adeguamento alle norme sanitarie e del commercio, per
consentire al patrimonio storico cultural-gastronomico regionale, rappresentato da una miriade di cibi di strada, sia sempre più forte e competitivo e riesca a contrastare l’avanzata di cibi apolidi capofila di un’errata tendenza a globalizzare i sapori”.
“Il cibo di strada e le tipicità sono due aspetti vitali di una importante cultura agroalimentare artigiana sarda che non si devono escludere ma integrare a vicenda – conclude Mameli – imprese, consumatori e prodotti sono le tre realtà attorno a cui si esplica il cibo di strada italiano ed è importante individuare le strade da seguire per l’interdipendenza e collaborazione fra queste realtà”.