In questa seconda parte sentiamo la voce dei lavoratori della fabbrica di Marghera: sono voci arrabbiate, si sente una forte volontà di lottare per i propri diritti e scioperare
In buona sostanza le voci parlano tutti fondamentalmente di questioni riguardanti scioperi della fabbrica di Marghera, che aveva tutti i difetti descritti dalle voci che sentiamo.
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Qui la vita sono solo rapporti sociali afflitti da miseria, solo scambio di cibi anche giornali e partite con una palla rigorosamente sgonfia. Sole di Roma contro il sole del Nord.
La voce narrante ci tiene a precisare che forse sta estremizzando il tutto.
Questa è la situazione. La coabitazione forzata. Tutto sommato non ci si lamenta perché nessuno a voglia di inventare nuove regole.
La voce sottolinea la bellezza di avere una luce sopra il letto da poter accendere e spegnere quando si vuole. In altri posti la lampada serve solo a distinguere oggetti.
Chi parla dice poi che ha poche notizie dal mondo di fuori (che lui definisce il vostro), ma che quelle informazioni lo portano a non invidiarlo.
Altre voci
Parla una voce di donna.
Li impianti ogni tanto dovevano essere cambiati perché diventavano obsoleti. Se un reparto non ha le dovute strumentazioni è molto pericoloso.
Parla poi una terza voce, stavolta di uomo.
Sottolinea che tutti gli uomini che erano presenti alla fondazione del reparto sono ormai tutti morti. Anche gli ultimi pian piano stanno scomparendo.
Si sono fatte delle indagini per 230 persone. La voce ci dice che il suo capo non gli aveva detto niente sulle nuove strumentazioni. Erano stati trovati anche dei documenti nascosti di proposito. Nessuno diceva nulla ai lavoratori sulla pericolosità dei prodotti. Si andava avanti a naso.
Questa voce pare di un ragazzino. Parla dell’ importanza degli studi sulla comunicazione. Bisogna fare tutto il possibile per non disperdere il potenziale del sapere.
Le iniziative di comunicazione vanno basate sulle proprie esperienze. Non bisogna lasciare che l’ aria di Margera rovini le apparecchiature radiofoniche.
Se novità deve esserci dobbiamo inventarcela.
Torna poi la voce di donna.
Dice che era stato un errore concentrare così tante persone in una fabbrica del genere. Le donne parlavano.
Arriva poi la voce di un uomo che sottolinea l’ importanza dell’ organizzazione tra i lavoratori. Bisognava solamente ubbidire agli ordini.
C’è bisogno di informazione.
Radio Drama Estman
Il progetto participativo Estman Radio Drama ha coinvolto inoltre circa 500 persone tra operai, ex operai di Marghera e le loro famiglie, studenti delle università veneziane IUAV e Foscari, gruppi di teatro, attori professionisti e non, radio universitarie, grandi network nazionali, emittenti locali e regionali.