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Vaccinazione covid: obbligo o convinzione?

Vaccinazione per obbligo o convinzione? La seconda ipotesi è migliore, ma ci sono resistenze alla vaccinarsi: problema personale sanitario.

Facciamo un esempio. Un cittadino si ricovera in ospedale per una patologia e il medico curante non vaccinato è portatore di virus. Si corre il rischio di infettare il paziente e provocarne la morte. Per converso, il cittadino potrebbe rifiutare le cure del medico ospedaliero non vaccinato. Chi curerà il paziente se il personale sanitario non è vaccinato? Altro esempio riguarda le residenze per anziani (RSA). Chi si prenderà cura degli anziani se il personale sanitario non vaccinato è portatore di virus? Sappiamo che è proprio l’anziano a essere maggiormente in pericolo di infezione e morte, stante l’età. Si pone il problema: dove finisce il diritto alla libertà di scelta di non vaccinarsi del personale sanitario e dove inizia il diritto alla salute e alla vita del cittadino, paziente o anziano che sia?   

Ricciardi: obbligo morale e professionale

Per gli operatori sanitari “occorre perseguire la strada dell’obbligo morale e professionale” alla vaccinazione anti-Covid. Inoltre, “se non funziona” bisogna “procedere con l’obbligo se vogliono lavorare a contatto con i pazienti”. Lo dichiara all’Adnkronos Salute Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus – anche  professore di Igiene all’Università Cattolica – tornando sulla questione dell’obbligo o meno per medici e infermieri di vaccinarsi contro Sars-CoV-2

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