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Otto milioni di uccelli vittime dei bracconieri​

Ogni anno sono oltre otto milioni gli uccelli uccisi dai bracconieri. Un fenomeno su larga scala riguarda aquile, cicogne, falchi ma anche pesci e mammiferi vengono uccisi dai fucili dei cacciatori

Otto milioni di animali uccisi: per questo, di recente il WWF ha elaborato una proposta di legge che introduca il delitto di uccisione di specie protette, con sanzioni sia detentive che pecuniarie commisurate alla gravità.

Le aree calde

Il rapporto del WWF “#FurtodiNatura: storie di bracconaggio Made in Italy” mette in luce come nel nostro Paese questo fenomeno sia fortemente soggetto a regionalità. Inoltre, come siano presenti 27 “aree calde” in cui il bracconaggio è maggiormente diffuso.

Nella sola provincia di Brescia, una delle zone più a rischio e per questo sorvegliata da anni dalle Guardie Volontarie del WWF, tra il 1996 e il 2015 sono stati denunciati 1.152 bracconieri. Inoltre, sono stati sequestrati 800 fucili, 1.498 cartucce, 4 candelotti di dinamite, 389 richiami acustici e 3 smartphone usati per attirare gli uccelli con richiami artificiali. In questa zona le prede preferite sono i passeriformi, mentre nelle isole di Ischia e Procida si attende il periodo delle rotte migratorie per sparare ai piccoli uccelli in transito.

Una delle zone più calde dal punto di vista della caccia di frodo è il canale di Sicilia. Qui la stagione migratoria si trasforma in una vera e propria mattanza, a danno di rapaci, cicogne e gru.
Ma non solo uccelli, tra le vittime del bracconaggio ci sono anche lupi e ungulati e, per quanto riguarda il mare, delfini e pesce spada.

I dati

Secondo le cifre fornite, si stima che tra il 2014 e il 2015 il bracconaggio sia aumentato del 40,7%, con il 67% delle uccisioni a danno di uccelli e il 23% dei mammiferi. È in aumento anche l’uso di trappole e veleni (+ 18%). Il bracconaggio elimina ogni anno circa il 30% della popolazione nidificante di nibbio reale, con 50-150 individui abbattuti. Inoltre, non è diminuita l’uccisione di specie protette, con un serio rischio per gli equilibri naturali.

Giro d’affari e malavita

In questi anni la fauna ittica del Delta del Po è calata del 30% a causa della pesca indiscriminata praticata da alcune bande dell’Est Europa. Ma il fenomeno del bracconaggio fa gola anche alla malavita di casa nostra. A Palermo e a Napoli il commercio illegale di animali frutta 250mila euro all’anno. Una vera e propria rapina, quella compiuta dai bracconieri, che danneggia il patrimonio naturalistico comune del nostro Paese.

About Francesca Dessì

Ho 23 anni e una grande voglia di mettermi in gioco