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immagini pubblicitarie

Le immagini pubblicitarie dalle origini fino ai giorni nostri

Riccardo Falcinelli, graphic designer, in “Figure” racconta la civiltà dell’immagine di cui siamo protagonisti

La storia delle immagini pubblicitarie, in principio, coincide con quella del manifesto. In particolare è il primo che ha assunto specifiche caratteristiche pubblicitarie. Il manifesto è nato prima delle ricerche di Cheret (pubblicitario francese) e Lautrec ( pittore francese) che lo hanno valorizzato come mezzo espressivo.

Tra i primi manifesti pubblicitari si ricorda quello disegnato dall’americano J. W. Morsen: “Five celebrated clowns del 1856″. Morsen ha rappresentato cinque clowns che hanno riempito quasi tutto lo spazio, mentre la scritta ha assunto un ruolo del tutto secondario.

Inoltre Cheret e Lautrec hanno eseguito per primi veri e propri manifesti pubblicitari. Cheret direttamente sulla pietra litografica dedicandosi soprattutto alla pubblicizzazione di spettacoli teatrali dove la scritta è parte integrante dell’immagine. Al contrario in Lautrec serve a metterla in evidenza.

Con l’avvento dell’espressionismo sono diventati mezzi di persuasione e di creazione di consenso. Ai giorni nostri le immagini pubblicitarie si basano su fotografie che si ispirano direttamente alla bellezza e all’equilibrio delle nature morte dei grandi pittori secenteschi.

“Figure”, l’opera di Riccardo Falcinelli

In altre parole questo possiamo notarlo con Riccardo Falcinelli in “Figure“, graphic designer e docente di psicologia della percezione. Nel suo lavoro Falcinelli spiega come funzionano le immagini dal Rinascimento a Istagram e ci permette di capire meglio la civiltà dell’immagine di cui siamo protagonisti.

”Il funzionamento delle immagini è un problema culturale che ci coinvolge tutti, scrive il graphic designer nel suo libro”.

Falcinelli mette in risalto due tematiche il ”potere del centro” e ”le seduzioni di periferia“. L’approfondimento delle due tematiche fa vedere come cambia una figura o un oggetto se posto al centro o di lato di un ‘immagine e come tutto cambi con la nascita della prospettiva.

Per questo motivo il graphic designer cita quindi ”Shining” di Kubrick che cinque secoli dopo Rafael Alberti costruisce un intero film sulla prospettiva centrale e che gioca sul ruolo dello sguardo.

In “Figure” storie e curiosità arricchite narrativamente da aneddoti su grandi personaggi, si susseguono di continuo e se ne può scegliere una ad apertura di pagina. Infine l’opera ci cattura di pagina in pagina come a guidarci nella comprensione dell’evoluzione e della trasformazione dell’immagine e anche del come la guardiamo e da dove venga.

About Isabella Murgia

Isabella Murgia nata a Sassari, ma vivo a Cagliari dalla quinta elementare. Diploma di Liceo scientifico, laurea triennale in filosofia. Passione per il giornalismo e l'informazione.

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