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Spadafora “Il calcio deve riformarsi, trovi strade alternative”

Vincenzo Spadafora afferma che il calcio deve riformarsi e cercare strade alternative. 

“Juve-Napoli non è più una partita e non serve schierarsi. Non si deve fare confusione nell’interpretazione dei protocolli, che sono chiari e stabiliscono responsabilità precise”. Così, in un’intervista il ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora, tornando sul big-match di domenica sera non disputato per il divieto dell’Asl alla squadra partenopea di raggiungere Torino dopo le positività al Covid-19 di Zielinski e Elmas.

“Se l’avrei rinviata? Sarebbe stato meglio trovare una soluzione condivisa: non è stato un grande spettacolo”, aggiunge Spadafora. Che ricorda come, nel nuovo protocollo, ci sia la clausola che concede all’autorità sanitaria il potere di veto. “È così sin dal primo momento. Quanto avvenuto con il Genoa ha creato un precedente che obbliga tutti a una maggiore responsabilità. Finora il protocollo è stato preso un po’ alla leggera, molte squadre non hanno fatto la bolla dopo aver trovato un positivo, ma una quarantena molto soft con ritorno a casa, consentita proprio dalle Asl. Ora è necessaria una stretta generale, tornando a un rigoroso e puntuale rispetto di quanto era previsto e validato. È cambiato il contesto, dobbiamo tutti prenderne atto”.

La Juventus contesta l’intervento della Asl perché ha agito in deroga al protocollo: “Il protocollo prevede la vigilanza e la responsabilità delle Asl. Anzi, ricordo che la comunicazione alla Asl è un obbligo di legge, mi preoccupano piuttosto le dichiarazioni di chi dice di non averle fatte immediatamente. Ma spero siano frutto solo di malintesi”.

Circa la gestione della serie A: “È un’industria pesantemente indebitata e che fatica a trovare un equilibrio economico. Avere una prospettiva industriale significa anche superare schemi personalistici e ormai antiquati e ragionare su prospettive più ambiziose. Il calcio ha il dovere di riformarsi e di trovare strade innovative, che lo mettano in condizione di affrontare un mercato internazionale e competitivo”.

Infine, sul rischio di blocco del campionato:

“Lavoriamo tutti affinché questo non avvenga. Ma ci tengo a una precisazione: nessuno di noi fa la stessa vita di un anno fa, nessuno fa le stesse cose. L’idea di tenere il campionato con lo stesso format, le coppe, l’Europeo, gli impegni in Nazionale come se nulla fosse accaduto è forse troppo ottimistica. Occorre definire delle priorità, alla terza giornata non è comprensibile sentire che ci sono problemi per i recuperi. Consiglio di ragionare anche su scenari diversi, perché non sappiamo cosa succederà, e se si pensa a playoff e playout sarebbe meglio deciderlo presto, a campionato appena iniziato”.

About Nadia Dessì

Nata e cresciuta a Carbonia, dopo il diploma in Ragioneria ho proseguito gli studi presso l'Università di Cagliari, sono Dottoressa in Scienze Politiche e specializzanda in Relazioni Internazionali. Appassionata di politica e di attualità.

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