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Manifestazione a Cagliari del mondo dello sport

Ristoratori, commercianti e sportivi in rivolta: il resoconto

Manifestazioni in Piazza del Carmine e in Regione. Incontro col Presidente Pais per discutere sulle rivendicazioni da portare in Consiglio

Si profila una stangata, con palestre chiuse per almeno un mese e ristoratori e titolari di bar costretti a chiudere alle 18. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte stabilisce questo, in misura apparentemente uguale per tutte le regioni.

Le manifestazioni che si sono svolte stamattinaCagliari, organizzate rispettivamente da Fipe-Confcommercio in piazza del Carmine, e autonomamente dai titolari dei centri sportivi non professionistici di fronte al palazzo regionale, hanno avuto un seguito importante. Alcune delegazioni dei manifestanti sono riuscite ad ottenere un incontro con il Presidente Pais e a mettere pressione per la seduta di questa sera. Infatti è in corso dalle 17 una riunione consiliare per trovare un compromesso, che i manifestanti sperano possa venire loro incontro.

Manifestazione di ristoratori e commercianti in Piazza del Carmine

La cronaca della manifestazione: i ristoratori e gli imprenditori

Piazza del Carmine è stata “apparecchiata” simbolicamente con posate, bicchieri, tovaglie e tovaglioli. Oltre duecento ristoratori si sono organizzati, con la compartecipazione di Fipe-Confcommercio, per protestare contro le nuove disposizioni che vanno a colpirli nuovamente. Nessun pasto è risparmiato, compresi i servizi di catering, ma in particolare a soffrire saranno tutti quei locali come focaccerie, bar e circoli che lavorano pressoché esclusivamente in orari notturni. Tutti i ristoratori sono comunque d’accordo sul fatto che sia chiudere alle 18 che alle 23 rappresenti una soluzione tappabuchi e destinata ad aggravarsi. Momenti di commozione con l’applauso in ricordo di Carlo Livinio, prima vittima del Covid-19 in Sardegna. Era il titolare del bar cagliaritano Lima Lima.

Solidarietà da parte del sindaco Truzzu: “La città vi è vicina: siete una parte importante della nostra comunità. Vedere dopo le 18 una città spettrale è una ferita aperta”.

Manifestazione del mondo dello sport sardo di fronte alla Regione

I gestori di centri sportivi non professionistici

Di fronte alla regione si sono uniti titolari di palestre, piscine e società sportive non professionistiche, a cui si sono unite alcune delegazioni del settore delle agenzie turistiche e viaggi.

I centri sportivi, nonostante fossero risultati tra i più efficienti dal punto di vista dell’ottemperanza alle disposizioni igienico-sanitarie, come raccontatovi nell’intervista di ieri, sono tra quelli che pagano il prezzo più alto: la chiusura totale.

Matteo Cois, portavoce dei manifestanti e gestore di un centro danza a Quartu Sant’Elena con il quale abbiamo avuto il piacere di confrontarci ieri sera, dice: “Rivendichiamo il nostro diritto al lavoro, ci sentiamo presi di mira. Da marzo ad oggi le perdite sono state molto di più degli indennizzi arrivati”. E aggiunge: “il ministro ha parlato di nuovi rimborsi, ma a noi non servono gli 800 euro perché c’è chi gestisce gli impianti sportivi che con questa cifra non ci fanno nulla: serve un calcolo esatto delle perdite e va comparato con l’indennizzo che arriva”. Anche perché “una struttura di cento metri quadri non può essere paragonata a una polisportiva di mille”.

Al grido di IO VIVO DI SPORT gli esercenti dei club sportivi hanno manifestato il disagio dei costi di gestione, delle numerose difficoltà economiche e amministrative, della noncuranza da parte delle istituzioni. Ma soprattutto il disagio degli atleti e di chi ha bisogno di poter svolgere esercizi con l’ausilio di un istruttore in presenza. Tutti coloro quindi che seguono percorsi di riabilitazione da traumi e infortuni, esercizi post-fisioterapia, e soprattutto i portatori di handicap.

L’incontro con Pais, Presidente del Consiglio Regionale

Le delegazioni delle manifestazioni, dopo l’autorizzazione della Questura, si sono incontrate verso le 12:30 con Michele Pais per trovare un punto d’incontro tra l’inamovibilità del Dpcm e le richieste dei rappresentanti di categoria. “È giusto che la politica sia vicina, così abbiamo programmato un incontro con una vostra delegazione”, così spiegava il Presidente del Consiglio Regionale prima dell’inizio dell’incontro.

Fabio Medda, anche lui intervistato ieri, ci racconta che “È stato un incontro tutto sommato positivo. Abbiamo avuto modo di parlare delle nostre problematiche, specie di quelle legate al primo lockdown. In più è stata posta l’attenzione sugli indennizzi mancati, e sulla crisi che stanno passando piccole e grandi attività”. E sottolinea: “Pais ci ha detto che durante la seduta delle 17 avrebbero parlato anche del discorso palestre, perché a quanto ci hanno detto non era previsto inizialmente all’ordine del giorno”.

Attendiamo dunque l’esito del confronto della seduta consiliare.

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About Nicola Fois

Studente di Comunicazione. Appassionato di lingue, sport, musica e di tutta la letteratura riguardante questi temi

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