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Dieta sana: può prevenire i decessi per malattie cardiache

Dieta sana: può prevenire i decessi per malattie cardiache

La dieta parte dal supermercato. La lista della spesa deve parlar chiaro: lasciamo sugli scaffali merendine, dolci, bevande zuccherate e facciamo spazio nel nostro carrello a alimenti sani, come frutta, verdura, pesce e cereali.

La salute del cuore passa anche da una corretta alimentazione.

Basta pensare, infatti, che oltre i due terzi dei decessi dovuti alle malattie cardiache, pari a circa 6 milioni di morti, potrebbero essere prevenuti con cibi salutari.

A ribadirlo sono i ricercatori della Central South University, in Cina, in uno studio appena pubblicato sulla rivista della Società Europea di Cardiologia (Esc): una dieta malsana è il principale fattore di rischio di morte per le malattie cardiache, anche più influente di ipertensione e colesterolo alto.

La prevenzione

L’analisi rivela che diete scorrette, ipertensione e alti livelli di colesterolo nel sangue sono le tre principali cause di morte per infarto e angina. Patologie che vanno sotto il nome di cardiopatie ischemiche.

Per quanto riguarda l’alimentazione, consiglia l’autore dello studio Xinyao Liu, “bisognerebbe consumare quotidianamente dai 200 ai 300 milligrammi di acidi grassi omega 3. Inoltre, dovremmo assumere 200 -300 grammi di frutta, 290-430 grammi di verdura, 16-25 grammi di noci e 100-150 grammi di cereali integrali”.

Per evitare milioni di decessi in tutto il mondo, quindi, si dovrebbe ridurre il consumo di alimenti trasformati, bevande zuccherate, grassi saturi, limitare le quantità di sale e zucchero. E aumentare invece l’assunzione di pesce, frutta, verdura, noci e cereali integrali.

È necessario far capire l’importanza di una dieta ricca di vegetali, di pesce, frutta, noci o mandorle e cereali integrali. “Frutta e verdura contengono le fibre, potassio e altri micronutrienti, come gli antiossidanti, che offrono protezione contro le malattie cardiache”, commenta Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia. “Così come il pesce azzurro, che contiene acidi grassi omega-3 in grado di ridurre i trigliceridi e che ha altri effetti benefici sul cuore”.

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L’importanza dell’alimentazione

Nello studio, i ricercatori hanno calcolato l’impatto di 11 fattori di rischio di morte per le cardiopatie ischemiche. Ovvero dieta scorretta, ipertensione, alti livelli di colesterolo Ldl (“cattivo”) e glicemia, consumo di alcol e fumo, indice di massa corporea elevato, inquinamento atmosferico, disfunzione renale, esposizione al piombo e sedentarietà.

“Un’alimentazione sbagliata ricca di grassi saturi tende ad aumentare il colesterolo Ldl, che porta alla formazione di placche nelle arterie”, spiega Indolfi. “Anche i grassi insaturi, presenti negli snack dolci e salati di produzione industriale, hanno un effetto deleterio per le nostre arterie. Una dieta ricca di sale, poi, è collegata all’ipertensione, che può aumentare il rischio di malattie cardiache e ictus. Infine un eccesso di dolci e carboidrati è responsabile invece dell’obesità e del diabete”.

Tra gli altri fattori di rischio modificabili, ossia quelli che possono essere corretti, ci sono l’ipertensione, il colesterolo, il fumo, il diabete, l’obesità, l’inquinamento atmosferico, la depressione e la sedentarietà.

“Per quanto riguarda l’attività fisica va ricordato che l’Italia è un paese di pigri e in Europa siamo agli ultimi posti nella prevalenza della sedentarietà. Un dato molto allarmante visto che il 9% delle morti è attribuibile all’inattività fisica”, commenta Indolfi.

Le cardiopatie ischemiche, in conclusione, sono ampiamente prevenibili con l’adozione di comportamenti più salutari.

“Dobbiamo imparare a modificare le nostre abitudini alimentari. Apartire dall’ducazione e delle abitudini che viviamo nella nostra famiglia”, commenta l’esperto.“I consigli pratici riguardano soprattutto una prima fase di consapevolezza di ciò che mangiamo quotidianamente. È necessario fare la fotografia delle caratteristiche del cibo che consumiamo, magari facendo per una settimana un’indagine personale scrivendo tutto quello che si assume. Poi, servendosi dell’aiuto di un esperto, si può rimodulare il tipo di alimenti eliminando quelli sbagliati e privilegiando quelli salutari.”

La quantità delle porzioni è un altro elemento da tenere sempre in considerazione. “Ad esempio la frutta sicuramente fa bene, ma un suo eccesso è sconsigliabile, soprattutto nei soggetti obesi o diabetici”, conclude Indolfi.

About Carolina Farci

Studio Beni Culturali all'Università di Cagliari. Mi emoziona tutto ciò che può essere considerato arte.

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