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Frammenti di Tempo: Omaggio a Giulio Angioni e Primo Levi

Finale in poesia per la Stagione di Prosa, Musica e Danza 2019-2020 organizzata dal CeDAC a Carbonia Venerdì 4 settembre

“Frammenti di Tempo / Omaggio a Giulio Angioni e Primo Levi” de La Cernita Teatro per la regia di Monica Porcedda; domani (venerdì 4 settembre) alle 21.45 all’Arena Mirastelle. Sotto i riflettori Lucia Longu, Mariella Mannai, Luciano Sulas; Rosanna Sulas e la stessa Monica Porcedda sulla colonna sonora creata ed eseguita dal vivo dal polistrumentista nuorese Gavino Murgia. Il ricordo della Shoah riaffiora come un monito, tremenda prova della “banalità del male” a far da contrappunto alla dimensione evocata nel poema. Una civiltà arcaica in armonia con la natura, tra i ritmi del lavoro e i riti della festa, l’amore e la guerra. 

“Tempus” di Giulio Angioni

frammenti di tempo

La narrazione di Tempus di Giulio Angioni si svolge dentro una natura ancora abitata dai suoi cicli. Il mondo del lavoro e della festa, dell’apprendere e del gioco; la bellezza delle donne e l’amore, il potere e la povertà; il tradimento e la guerra che ci è occorsa e le trasformazioni della plastica, e infine il morire. Allora tempus è tempo, il tempo che abita la mente, “perché la mente è luogo di fantasmi”, di cose che sono e di cose che non sono, nel fare e disfare del tempo. Ne risulta un testo poetico denso di contenuti, piacevole nella fluidità della narrazione poetica, nei cenni d’ironia. Nelle antifrasi che Angioni riprende della lingua sarda, che come afferma lo stesso Angioni “è la sola lingua in cui avrei potuto scrivere queste poesie”. È allora la lingua, più profondamente, non è solo veicolo e strumento d’espressione ma si fa essa stessa protagonista assoluta della narrazione; una lingua che non è tanto parlata dall’autore e dai personaggi ma che fa parlare i personaggi.

Frammenti di Tempo tra suoni ancestrali e innovazione musicale, Gavino Murgia ci accompagna in un nuovo viaggio nell’Isola tra il dire e il non dire, il fare e il disfare del tempo passando per le letture della poesia di Giulio Angioni e la prosa di Primo Levi al suo esordio letterario

Testimonianza sconvolgente sull’inferno dei Lager, libro della dignità e dell’abiezione dell’uomo di fronte allo sterminio di massa. “Se questo è un uomo” è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un’analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell’umiliazione, dell’offesa, della degradazione dell’uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio. Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò Se questo è un uomo nel 1947. Italo Calvino lo descrisse come il più bel libro uscito dall’esperienza della deportazione; Pietro Calamandrei ne pubblico alcuni capitoli su Il Ponte, prestigiosa rivista letteraria dell’epoca. In una sorta di dantesca discesa agli inferi, l’autore racconta l’indicibile cercando di mantenere l’oggettività e il distacco dello scienziato davanti all’orrore. Ricostruisce i meccanismi e i comportamenti, i rapporti tra vittime e carnefici, in un viaggio nella memoria di una delle pagine più tragiche del Novecento. Un appuntamento con la storia, con Frammenti di Tempo.

Giulio Angioni

Giulio Angioni (1939 – 2017) docente di Antropologia culturale all’Università degli Studi di Cagliari, è stato un esponente della Scuola Antropologica di Cagliari. Dalle sue ricerche sul mondo contadino hanno origine gli studi di antropologia delle tecniche che hanno prodotto vari lavori di documentazione tra quali ricordiamo: Rapporti di produzione e cultura subalterna. Contadini in Sardegna, 1974. Sa Laurea: Il lavoro contadino in Sardegna, 1976. I pascoli erranti: antropologia del pastore in Sardegna, 1989.

Primo Levi

frammenti di tempo

Primo Levi (1919 – 1987) è stato uno scrittore, partigiano e chimico italiano, autore di racconti, memorie, poesie, saggi e romanzi. Partigiano antifascista, nel febbraio del 1944 venne deportato nel campo di concentramento di Auschwitz in quanto ebreo. Scampato al lager, tornò in Italia, dove si dedicò con impegno al compito di raccontare le atrocità viste e subite. La sua opera più famosa, oltre che quella d’esordio, di genere memorialistico, Se questo è un uomo, racconta le sue esperienze nel campo di concentramento nazista ed è considerato un classico della letteratura mondiale.

 

About Isabella Elaine Alexandra Farigu

Nata in Germania da madre tedesca e padre italiano, sono arrivata in Sardegna all'età di tre anni. Subito dopo il diploma mi sono trasferita a Londra dove ho lavorato nel settore ristorativo per dieci anni. Svariate stagioni estive le ho passate lavorando a Ibiza, Barcellona, Amburgo.. Ho una grandissima passione per i viaggi, i libri e gli animali.

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