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Passaporto sanitario per arrivi Sardegna, ostacoli e chance

Il turismo estivo della Sardegna potrebbe essere legato ad un passaporto sanitario per i vacanzieri in arrivo nell’isola

Turismo e ipotesi di passaporto sanitario, le misure economiche anti-Covid della Giunta ancora da trasmettere al Consiglio, il buco nelle casse sarde tra i 600 e i 700 milioni di euro stimato per effetto della riduzione del gettito determinata dall’emergenza. Sono tutte le questioni che saranno affrontate in un vertice di maggioranza convocato per lunedì prossimo dal presidente della Regione Christian Solinas.

Si discuterà, probabilmente, anche di riforma sanitaria, ieri oggetto di un confronto tra capigruppo di maggioranza e l’assessore della Sanità Mario Nieddu: si lavora per arrivare a un via libera probabilmente entro l’estate. Il vertice di lunedì 25 maggio è fortemente voluto dalla Lega. Appena rinominato commissario del Carroccio per l’Isola, il parlamentare Eugenio Zoffili ha infatti manifestato la necessità di una riunione con le forze politiche di centrodestra che hanno contribuito alla vittoria di Christian Solinas alle scorse regionali.

PASSAPORTO SANITARIO, OSTACOLI E CHANCE

C’è tempo fino al 3 giugno per sciogliere i nodi che al momento relegano il cosiddetto “passaporto sanitario” per consentire gli arrivi in Sardegna nel campo delle ipotesi. Con un valore dello 0,24, la Sardegna ha l’indice di trasmissibilità del coronavirus più basso in Italia, è quindi la Regione più interessata di tutte a percorrere questa strada per favorire l’ingresso dei turisti. Il passaporto, ovvero un certificato di negatività al tampone che i vacanzieri sarebbero chiamati a esibire all’arrivo nell’Isola, è il tassello che manca per raggiungere lo status di regione Covid free. Un brand che lo stesso presidente della Regione, Christian Solinas, ha dichiarato di voler promuovere con un’apposita campagna a livello internazionale.

Ma ci sono due ostacoli. La fattibilità del passaporto è legata alla possibilità per tutti di sottoporsi alla prova del tampone in un qualsiasi laboratorio privato convenzionato. La decisione in merito spetta al Governo, come ha ribadito anche oggi il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Ma ne è consapevole anche l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, al quale i colleghi delle altre Regioni, nell’ambito della commissione Sanità della Conferenza delle Regioni, hanno dato mandato di preparare una proposta. Nieddu chiederà che sia il Governo a dettare linee guida generali sul passaporto sanitario. Il documento sarà votato nei prossimi giorni dalla commissione, se otterrà il via libera allora sarà portato in Conferenza Stato Regioni.

LA RICERCA DELLA POSITIVITA’

L’altro ostacolo riguarda i test per verificare la positività al Covid-19. Si punta a quelli salivari, molto più veloci. Ma non sono ancora in commercio. “Quelli dell’azienda farmaceutica toscana Menarini sono in via di validazione – ha chiarito l’assessore Nieddu – poi ci sono quelli della lombarda Insubria, ma ce ne sono anche all’estero”. In ogni caso, i primi a risultare disponibili dovrebbero essere quelli della Menarini. “Sono test salivari e diagnostici, sostitutivi del tampone”, ha precisato il titolare della Sanità in Sardegna. Il costo sarebbe di 25 euro circa, da riasdorbire, ha dichiarato ieri il presidente Solinas, “sotto forma di servizi alberghieri o del circuito regionale”. Insomma, pagamento anticipato da parte del turista che sceglierà l’Isola per le sue vacanze ma poi ‘rimborsato’ con un voucher. 

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