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Tecnologia 5G

Coronavirus e 5G: la bufala sull’ipotetica correlazione

Nonostante la totale assenza di dimostrazioni scientifiche, la teoria del complotto continua a dilagare nel mondo del web

Con la comparsa di internet e delle piattaforme sociali online, qualsiasi fenomeno di portata mondiale diventa terreno fertile per la diffusione delle ormai note fake news. Potevano i complottisti esimersi dall’insinuare verità alternative a quelle ufficiali sull’emergenza Coronavirus? Evidentemente no. Secondo l’ultima cospirazione, il contagio della pandemia sarebbe favorito dalle onde elettromagnetiche del 5G, ritenute responsabili dell’indebolimento del sistema immunitario.

La teoria del complotto ha trovato grande seguito soprattutto nel mondo dei social network, da cui sono poi partite vere e proprie mobilitazioni. Lo sa bene la Gran Bretagna, vittima di circa quaranta attacchi incendiari alle torri-antenne 5G presenti sul territorio.

A convincere i cospirazionisti sulla veridicità della tesi è stato in particolare il caso di Wuhan, città da cui si è originato il virus e tra le prime al mondo ad aver installato le antenne di ultima generazione. I seguaci della teoria sarebbero giunti alla conclusione, scientificamente infondata, che la mappa dei paesi più colpiti dal Covid-19 corrisponda a quella dello sviluppo delle reti 5G, giustificando così la fantasiosa correlazione.

Una teoria senza fondamento

A smentire l’argomentazione complottista è l’esempio dell’Iran, che pur non avendo mai avviato la sperimentazione della nuova generazione di reti per internet mobile, è stato colpito dalla pandemia in maniera critica. Al contrario restando in Italia, città come Prato, L’Aquila, Bari e Matera, che hanno già sviluppato la nuova rete tecnologica, secondo la logica della fake news sarebbero dovute divenire dei focolai.

In aggiunta, nessuno studio scientifico ha finora dimostrato che il 5G sia dannoso per il sistema immunitario: le sue radiazioni elettromagnetiche restano infatti ben 66 volte al di sotto del limite oltre il quale potrebbero derivare problemi di salute. Recentemente proprio la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), a seguito di uno studio basato su dati scientifici, ha pubblicato le ultime linee guida sui campi elettromagnetici.

Nonostante la mancanza di prove tangibili, la teoria del complotto sulla correlazione tra Coronavirus e 5G continua a dilagare nel web. La bufala rappresenta soltanto l’ultimo esempio di come internet, se da una parte può contribuire a migliorare la conoscenza degli utenti, dall’altra può rappresentare un pericolo nella divulgazione dei fatti a causa delle fonti non affidabili. Nel frattempo Youtube, come anticipato poche settimane fa, ha iniziato a rimuovere i video che avvalorano la fake news.

About Simone Cadoni

Classe 1993. Giornalista pubblicista, ha conseguito la laurea in Lingue e Comunicazione e un master in Giornalismo. Dai tempi dell'università collabora con Unica Radio, per cui si occupa della produzione di articoli e interviste.

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