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nuova edizione di Posidos

Cada Die teatro presenta la nuova edizione di pòsidos

La nuova edizione di Pòsidos arriva al teatro Cada Die

Verrà presentata domani, giovedì 16 gennaio, la nuova edizione di Pósidos, libro scritto da Pierpaolo Piludu, pubblicato da Condaghes, con le illustrazioni di Gianluigi Piludu. L’appuntamento è fissato alle 18, a Cagliari, alla Cartoleria Collu (Corso Vittorio Emanuele, 160). A dialogare con l’autore, attore storico del Cada Die Teatro, saranno l’antropologo Francesco Bachis e l’operatore culturale Giacomo Casti. Piludu leggerà la nuova edizione, racconterà alcuni frammenti del libro, frutto di una ricerca antropologica sui racconti e sulle modalità narrative delle anziane e degli anziani del Montiferru. Pósidos, “tesori”, è anche uno spettacolo teatrale prodotto da Cada Die, che in questi anni è andato in scena più volte in Sardegna e nella Penisola.

Pòsidos Storie di banditi e di santi

Le storie raccontate in questa edizione parlano di santi, di banditi, riportano a un tempo, neanche troppo lontano. In cui era ancora frequente che i morti, sas animas, comparissero ai vivi, quando il Montiferru era un’unica grande foresta, prima che arrivassero le squadre di tagliaboschi mandate da Cavour. Piludu accompagna i lettori nel mondo di quei contos antigos. Che fino a qualche decennio fa venivano raccontati ovunque nell’Isola.

Uno sguardo al racconto

Anni fa, per alcuni mesi, ho avuto la fortuna di ascoltare le più brave vecchie e i più bravi vecchi narratori di Scano Montiferro”, racconta Pierpaolo Piludu. “I loro racconti e le loro modalità narrative ci trascinano in un mondo magico dove i morti discutono, dialogano con i vivi come se fosse la cosa più normale del mondo”, continua. “A volte faceva la sua apparizione anche s’ainu orriadore. Nonostante il nome, non si trattava di un somaro come tutti gli altri. Dicono che avesse sas dentes allutas de fogu, i denti infuocati, o sos ógios, gli occhi pieni di fuoco. Ma solitamente non si faceva vedere il più delle volte si limitava a far sentire sa sua boghe mala.

Una voce impressionante a detta delle donne che, da bambine, avevano avuto la sventura di sentirla. Una donna mi ha detto. ‘No mi che l’apo bogada dae chirritzos, a distanza di sessant’anni non sono ancora riuscita a liberarmene; è come se cussa boghe mala mi sia rimasta appiccicata qui, nei capelli’. Per fortuna, però – conclude Piludu – ancora oggi, quando si tratta di animas bonas, non c’è da avere paura. Hanno sempre qualche consiglio da regalare ai vivi. Chi riesce ad ascoltare con particolare attenzione le loro parole può cogliere non solo qualche pizzico di saggezza, ma, a volte, anche il giusto suggerimento po agattare unu pósidu, per trovare un tesoro”.

About Elia Murgia

studente di beni culturali e spettacolo al terzo anno abita a Escalaplano, appassionato di cinema

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