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VIOLENZA DONNE

Violenza contro le donne: la causa è il modo di vestirsi

Minacce, botte e abusi fisici o psicologici. Secondo l’Istat in Italia il 31,5 % della popolazione femminile tra i 16 e 70 anni ne è stata vittima di violenza.

La percentuale corrisponde a ben 6 milioni 788mila. Un numero enorme che comprende ben 4milioni 520mila donne vittime di violenza sessuale.

Dati allarmanti e malgrado le leggi cerchino di fermare la violenza di genere i femminicidi sono in crescita. Secondo gli ultimi dati Eures la percentuale più alta di omicidi di donne è commessa all’interno della coppia, con 78 vittime pari al 65,6% del totale.

E oggi tante le iniziativa in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Una panchina rossa nel cortile di Montecitorio, e la facciata del palazzo illuminata di arancione. La panchina, che riporta in sovrimpressione il numero nazionale antiviolenza e stalking (1522), è stata installata nella sede della Camera, alla presenza del Presidente della Camera, Roberto Fico. Così il Parlamento celebra oggi l’iniziativa, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ammonisce: “Sminuire il valore di una donna e non riconoscerne i meriti nella vita pubblica e privata con linguaggi non appropriati e atti di deliberata discriminazione” contribuisce ad alimentare il clima di violenza.

Il capo dello Stato inoltre, nella giornata istituita vent’anni fa dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione su “una sistematica violazione dei diritti umani”, ricorda che – “benché molto sia stato fatto anche in Italia”, la violenza “non smette di essere emergenza pubblica e per questo la coscienza della gravità del fenomeno deve continuare a crescere. Le donne non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti perché consumati spesso dentro le famiglie o perpetrati da persone conosciute”. Per contrastare la violenza dunque, continua il presidente della Repubblica, “molto resta da fare. Ogni donna deve sentire le istituzioni vicine. Dobbiamo continuare ad adoperarci nella prevenzione, nel sostegno delle vittime e dei loro figli, nel reperimento delle risorse necessarie e nell’elaborazione di ciò che serve per intercettare e contrastare i segnali del maltrattamento delle donne”.

Per il presidente del Senato Elisabetta Casellati: “Il bilancio dei femminicidi ci restituisce la fotografia di una agghiacciante e inaccettabile mattanza di genere. Una violenza che va fermata con la formazione, la prevenzione, il contrasto e senza concedere sconti a nessun atteggiamento di sopraffazione, da quello fisico a quello psicologico. Nessuna misura penale, processuale o amministrativa potrà mai avere piena efficacia se non vi sarà un impegno altrettanto incisivo sul piano dell’educazione. Le leggi non bastano se le menti non cambiano”.

Quest’anno la mobilitazione ha come fil rouge quello della violenza economica, una tra le forme più subdole di aggressione e di ricatto. In Italia una donna su due non lavora, alla nascita del primo figlio il 30 per cento delle madri abbandona (o viene costretta ad abbandonare) la sua occupazione e dopo una separazione il 60 per cento delle “ex” si ritrova nell’indigenza.

La sudditanza economica che tiene le donne in condizioni di libertà negata è spesso alla radice della violenza fisica, anche questa con numeri da capogiro. Ogni 15 minuti in Italia si registra un episodio di stalking o maltrattamenti. E sono 96, dal primo gennaio 2019, le donne uccise da fidanzati, mariti, compagni. Una ogni tre giorni.

Inoltre secondo il Report dell’Istat sui ruoli di genere, persiste il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita: il 39,3% della popolazione ritiene che una donna è in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole. Il 23,9% pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire. Il 15,1%, inoltre, è dell’opinione che una donna che subisce violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in parte responsabile.

La ministra della Famiglia, Paola Bonetti, ha annunciato lo stanziamento di un milione di euro, da erogare attraverso il microcredito, alle donne che cercano di ricostruirsi una vita quando escono dai centri antiviolenza, quando fuggono da partner pericolosi, quando sono costrette ad abbandonare la propria casa.

Anche il ministro dell’istruzione, Lorenzo Fioramonti, sulla propria pagina Facebook, esprime la sua vicinanza alle vittime: “La violenza sulle donne accade ovunque la diversità sia percepita come pericolosa eccezione da annullare e non come arricchimento. La conoscenza è il miglior antidoto contro la violenza, di ogni genere. Per questo motivo ho presentato giorni fa al Ministero le iniziative di studio interdisciplinare sulla violenza di genere, ideate in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma e l’Ordine degli Psicologi del Lazio. Ricerca e formazione sono decisive per risolvere i problemi della contemporaneità e affrontare sfide complesse come quelle legate alle questioni di genere, al rapporto uomo-donna e all’emergenza grave del femminicidio”.

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