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Jacopo Tomatis: la musica leggera secondo me

Il musicologo torinese in tour nell’isola per presentare l’opera edita da Il Saggiatore

«Un libro indispensabile, inedito e necessario». Così gli addetti ai lavori definiscono “Storia culturale della canzone italiana”, l’opera di Jacopo Tomatis edita da Il Saggiatore.

Torinese, 35 anni, musicologo, musicista, critico musicale, giornalista, docente di Popular music all’Università di Torino, l’autore sbarca in Sardegna per presentare il suo libro. Venerdì 5 aprile sarà alla Libreria Emmepì Ubik di Macomer, il giorno dopo alla Libreria Ubik di Olbia e domenica nella sala Asilo di Montresta. Lunedì 8 aprile l’appuntamento in collaborazione con la Fondazione Andrea Parodi è nella sala Search di Cagliari e martedì 9 aprile al Vecchio Mulino di Sassari.

Il giorno dopo all’Ultimo Spettacolo, ospite del “Club del disco”, Tomatis racconterà la sua relazione intima con la musica italiana. Nella bibliografia italiana la musica “leggera” è letta come fenomeno di costume, arte di serie B, strumento per leggere altri processi storici. Il suo studio supera l’approccio divulgativo e aneddotico e affronta l’argomento con piglio scientifico. «Non si spiega perché non si debba studiare la canzone come la letteratura, il cinema o il teatro», afferma lui. «“Storia culturale della canzone italiana” è un libro serio su un argomento ritenuto troppo leggero per essere oggetto di studio – dice Tomatis – affronta la storia della canzone italiana attraverso il ruolo avuto nella cultura del nostro Paese». L’opera è il frutto degli studi tra Italia e Inghilterra, del lavoro fatto durante il dottorato e di ritrovamenti e ricerche che risalgono anche a dieci anni fa. «Della canzone italiana se ne parla solo in rapporto alla storia propriamente detta, come se colonna sonora dei fatti che stanno in primo piano – considera Jacopo Tomatis – o la si sintetizza nell’abusata definizione di “specchio della nazione”». In realtà, sostiene, «per capire i rapporti tra canzone e storia occorre capire come la canzone si rispecchia nella storia e viceversa, capire il contesto in cui le canzoni vengono pensate, suonate e fruite». E a proposito di fruizione. «Si discute di come la tecnologia cambi le modalità di fruizione della musica, si commenta in modo apocalittico la fine dell’era in cui la musica era un oggetto da acquistare – dice – in realtà sino ai primi del Novecento il disco non c’era, ma l’umanità ha suonato e ascoltato musica lo stesso». Addirittura «qualcuno aveva previsto la fine della musica dal vivo con l’avvento del disco – conclude – ma non è successo».

About Giulia Olla

Nata a Cagliari nel 1995, studentessa di Lingue e Culture per la Mediazione Linguistica presso L'Università di Cagliari

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