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Fiati, il respiro della musica

Penultimo appuntamento con Fiati, il respiro della musica

Stasera alle 18 nell’auditorium del Conservatorio nuovo appuntamento con Fiati, il respiro della musica saranno gli ottoni

 Penultimo appuntamento stasera(giovedì 3 maggio) nel Conservatorio di Cagliari con Fiati, il respiro della musica, rassegna curata dal Dipartimento fiati. Alle 18 negli spazi dell’Auditorium (in piazza Porrino) arriva “Ottoni dal quintetto all’ensemble”, una serata che spazierà da Renato Soglia a Leonard Bernstein, da Duke Ellington a George Gershwin, sino ad Astor Piazzolla e Freddie Mercury.

Fiati, il respiro della musica è una rassegna pensata accendere l’attenzione sul settore degli strumenti a fiato ripescando a piene mani da un repertorio che abbraccia tutta la storia della musica, dal barocco all’ottetto a fiato di Stravinsky. Protagonisti del ciclo di concerti sono soprattutto i migliori studenti del dipartimento Fiati che, affiancati dai loro insegnanti, in un’ideale spirito di condivisione, hanno la possibilità di vivere un’esperienza professionalizzante e di esprimersi nei più rappresentativi organici di strumenti a fiato. L’ingresso è libero e gratuito.

Il termine collettivo ottoni, in ambito musicale, indica gli strumenti musicali nei quali il suono è prodotto dalla vibrazione dell’aria immessa dal musicista appoggiando le labbra ad un bocchino collegato ad un tubo cavo e soffiando; l’aria genera poi delle vibrazioni che producono il suono. Questo principio è lo stesso per tutti gli aerofoni, di cui gli ottoni sono una sottoclasse.

All’interno dell’orchestra sinfonica generalmente gli ottoni presenti sono trombe, corni, tromboni e tuba.

Si caratterizzano per una elevata proiezione sonora, una grandissima varietà timbrica (con possibilità di cambiare completamente “colore” al suono, da scuro e cupo a chiaro e brillante), dinamica (da meno di pianissimo a più che fortissimo, anche in pochissimo tempo) e di articolazione (grazie all’uso dell’aria e della lingua si possono ottenere articolazioni sia morbide e leggére, sia dure e pesanti, e anche molto veloci, con tecniche denominate doppio e triplo staccato), la capacità di evocare (specialmente in gruppo) immagini eroiche, maestose, trionfali, marziali, epiche ma anche sacre, velate, meditative, paradisiache, trascendentali, richiamando il suono dell’organo o di un coro, o addirittura misteriose, orride, lugubri, infernali e apocalittiche. Anche presi singolarmente, gli ottoni hanno una forte “personalità”. Caratterizzano spessissimo il carattere frizzante della musica leggera (pop, jazz, folk, ska, ecc.).

Mentre “ottoni” è un termine storico, oggi si preferisce chiamarli aerofoni a bocchino (secondo la classificazione Hornbostel-Sachs), termine che evita possibili fraintendimenti: esistono infatti strumenti costruiti in ottone che non ricadono negli ottoni ma in altre categorie, come ad esempio il sassofono che è un aerofono ad ancia (denominazione storica “legni”) ed anche alcuni ottoni costruiti in altri materiali (come ad esempio il serpentone, solitamente costruito in legno).

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