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Gestione rifiuti navali e portuali, al via il progetto europeo Impatti-No

Incarico di pregio per l’Università di Cagliari, capofila con gli specialisti guidati da Paolo Fadda e Gianfranco Fancello. Crescita sostenibile, smaltimento dei reflui e strategie di economia circolare nei porti dettate dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite al centro degli studi dei ricercatori. Trentasei mesi di ricerche con un budget di circa due milioni di euro

Si sta sviluppando in questi giorni a Bastia (Corsica) la prima fase del progetto Impatti-No (Impianti portuali transfrontalieri di gestione dei rifiuti navali e portuali). Ospitati dalla Camera di commercio locale, i lavori – ieri, martedì 3 luglio, presentazione alle autorità e ai media – hanno per capofila l’Università di Cagliari con il Cirem (Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità delle Università di Cagliari e Sassari) nell’ambito del Programma di Cooperazione Transfrontaliera Interreg Italia-Francia Marittimo 2014/20.

PARTNER E OBIETTIVI. Impatti-No intende contribuire alla realizzazione della strategia dell’Unione Europea, in materia di economia circolare, e delle Nazioni Unite sul fronte degli «Obiettivi di sviluppo sostenibile». Oltre alle attività che saranno realizzate nell’ambito del progetto, i partner potranno capitalizzare le opportunità e i processi già attivati in ambito europeo con le iniziative promosse con i programmi Cte, Life e Cef.E. I partner del progetto guidato dagli specialisti coordinati da Paolo Fadda e Gianfranco Fancello (coordinatore e responsabile scientifico, docenti dell’ateneo di Cagliari, CentraLabs), sono le Camere di commercio di Bastia e dell’Alta Corsica, di Var e della Maremma e del Tirreno, Centralabs (laboratori di ingegneria trasporti e mobilità, Cittadella universitaria di Monserrato), le Autorità portuali del mar Tirreno settentrionale, del mar Ligure occidentale e orientale.

SPRECO UGUALE RISORSA. Il progetto, che avrà una durata di 36 mesi e un budget complessivo di 1.992.283,99 euro, punta a migliorare la gestione dei rifiuti prodotti nei porti grazie all’attuazione di piani d’aziona pilota per lo smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue. «I porti dovranno ispirarsi a un modello di economia circolare. In questo senso – spiega il professor Fadda – l’approccio di Impatti-No deve considerare lo “spreco” come una risorsa che permane nel sistema economico, riutilizzata in nuovi contesti: La valorizzazione economica dei rifiuti, i materiali trattati e reinseriti sul mercato come nuovo prodotto». Impatti-No punta alla crescita sostenibile attraverso la promozione di forme congiunte di raccolta e di trasformazione dei rifiuti nei porti. I temi chiave sono: 1) Identificare le migliori tecnologie di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue nelle aree portuali; 2) sviluppare nuove opportunità economiche derivanti dal trattamento dei rifiuti; 3) aumentare lo scambio di informazioni sul trattamento dei rifiuti attraverso la creazione di una rete di porti. «Le attività saranno svolte congiuntamente con i partner diretti del progetto e l’associazione di organizzazioni, comunità e strutture responsabili di problemi identici. In sintesi – aggiunge il professor Fancello – il progetto punta alla crescita sostenibile attraverso la promozione di forme congiunte di raccolta e trasformazione dei rifiuti nei porti».

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